domenica 31 luglio 2011

Lullio

Finisce in gloria, il mese di luglio.
Ultima settimana di buona lena, con addirittura cinque allenamenti in sette giorni: 
1. Cyclette; 2. 10 km tirati su asfalto (tanto tirati che a tirare ci si è messa anche la coscia sx, senza conseguenze per fortuna); 3. Due ore sulle orme dei dinosauri; 4. Il classico giro roveretano sotto il solleone; 5. Ancora il classico al tramonto, con il valore aggiunto di poter seguire con lo sguardo il sole che saluta e si spegne dietro ai monti.
Quello che mi manca, tanto per non essere soddisfatti all'eccesso, sono i lunghi da 3-4-5 ore, anche se non escludo di regalarmene uno prima delle vacanze. Un'idea del percorso ce l'ho: sarebbe una rando-course, parlando il francese che ricorda l'ultimo post. Ovvero salita ad un rifugio qui in giro, tra passo al passo e passo di corsa.
In sintesi: che figata, questa settimana!
Ma non basta: il lavoro rallenta ritmi ed impegni, e questo mi ha consentito di dedicarmi con vigore ad affinare una ricerca che tra qualche tempo potrebbe vedere una luce concreta.
E poi, figata delle figate, un week end molto paaaa-pà. Con passeggiatone assieme a Mateja, giochi e grasse risate. 
Mi è mancata la corsa con Chiara, ma nel prossimo fine settimana la vedo molto probabile.
Bello il lullio 2011! Celebrandolo in musica vi propongo:

martedì 26 luglio 2011

Paris

Fine anni Ottanta. Ricordo mio fratello in vacanza a Parigi e, al ritorno, il suo regalo ai miei genitori: una scatola di sardine marcata "Air de Paris". Mi era piaciuto molto, e all'epoca non immaginavo certo quanto poi nel futuro mi sarei affezionato a quell'aria. Non conoscevo una parola di francese, né qualcuno che frequentasse la città. Poi ho conosciuto Chiara ed è cambiato tutto. Lei sì che di francese ne sa, lei sì che a Parigi ci va spesso per lavoro e per diporto. Mi sono lasciato trainare, mi sono messo a studiare e il contenuto di quella scatola di sardine mi è entrato in circolo.
Fine premessa. 
Venerdì scorso preso giorno di ferie: si parte con Mateja al battesimo dell'aria per andare a conoscere il piccolo Thibault, coetaneo di Matj, figlio degli amici Delphine e Julien. Mon Dieu, ma che bella Paris! Non siamo stati fortunati con il tempo, o meglio: Paris-Météo è spesso così, caldo e freddo, pioggia e sole, tutto cambia. Pazienza. Abbiamo comunque goduto degli sprazzi di sole, passeggiato a Montmartre, bighellonato nei parchi. Il tutto con l'inestimabile valore aggiunto del passare il tempo con amici buoni davvero: tra ospiti, visite e appuntamenti nei bistro. Passano ottime le ore e domenica sera l'aereo per rientrare e Mateja che ronfa incurante del ritardo Air-France. In questi tre giorni lei ha imparato qualcosa di fondamentale: dice "Pappa" (seconda parola di senso compiuto, la prima la devo dire? Non lo faccio per modestia? Suggerisco solo che assomiglia a "Pappa"?)
Certo, di fronte alla cultura francese talvolta barcollo: mia figlia che a undici mesi ancora da compiere condivide la camera con un maschio coetaneo! AAAAHHH :-)
Ma come, non scrivi nulla di corsa?
Ho saccheggiato le edicole: cinque riviste dedicate a trail e ultra. Ora mi dedico a concretizzare l'ideale elogio della lettura con lentezza.
E poi: appuntamento EcoTrail de Paris 2012.
Per concludere, un elogio in musica

giovedì 21 luglio 2011

Gare una, corse di più

Amici e compari di passione mi hanno chiesto ultimamente: quando ci vediamo ad una gara? Non ho saputo rispondere...
Lo scorso anno ho vissuto con un pizzico di delusione finale la sfilza di competitive che mi ero messo in programma fino a luglio. Ho deciso di cambiare rotta e per il 2011 avevo programmato solo non competitive, trail autogestiti e gite fuori Italia. Sto seguendo il programma, sul quale però pesa il dispiacere di quello che doveva essere il momento top dell'anno e che invece non è stato nulla. Il Golfo di Morbihan non l'ho visto, quegli 88 km non li ho corsi. Mi rimane nel carniere una sola gara con tutti i crismi, l'Urban Trail di Lione. E poi una bella serie di non competitive e un paio di Trail Autogestiti. 
Non competo, ma da quando vivo a Rovereto è aumentata di brutto la qualità e un po' anche la quantità delle uscite in solitaria. Corro molto di più in salita, e in generale corro più spesso. Perché rispetto a Verona qui è tutto molto più bello, più trail e più a portata di mano. Nell'ultimo mese in particolare mi sento piuttosto in forma e penso che un'ultra da 80-100 km senza dislivelli da scalata sia alla mia portata. Che fare? Dove fare? Quando fare?
Idee che mi frullano nella testa ne ho, ma scottato dalla rinuncia di Bretagna non mi iscrivo ancora da nessuna parte. E ammetto che tra quelle idee che, appunto, frullano prende sempre più piede quella di un lunghissimo autogestito. Le cartine dei sentieri si stanno accumulando sul comodino e sulla scrivania... 

lunedì 18 luglio 2011

Ettore Giuradei - Porterò con me

Correva l'anno 2008. Dopo aver ascoltato un concerto, molto divertente, dei Modena City Ramblers orfani della voce di Cisco, Chiara ed io decidiamo di completare il quadro e andiamo a cercare un Cisco-Live. Lo troveremo e ne rimarremo in vero delusi, non fosse che...
Che ad aprire il concerto è il per noi ancora sconosciuto Ettore Giuradei, che ci delizia con un ouverture di pregio, fatta di musica accattivante e testi immaginifici: molto, ma molto, bravo. Era il tempo di "Era che così".
Questo che propongo è un pezzo tratto dal suo ultimo "La Repubblica del Sole", scelto perché, tra le tante chicche della musica di Ettore Giuradei, qui mi pare proprio di ascoltare una poesia in musica.


domenica 10 luglio 2011

Il pataccaro corre attorno al lago di Ledro :-)

La mia passione per la corsa in una recente analisi realistico-linguistica è stata definita "ossessione". Sia come sia, non posso certo negare come il mio entusiasmo venga spesso trasmesso attraverso racconti, scritti ed espressioni sognanti.
Nel luogo di lavoro qualcuno mi sta a sentire, e corre pure. Allora tempo fa proposi: tutti alla Marcia de la Carafa, in Val di Ledro. Ancora una non competitiva trentina molto promettente, con percorsi da 4 a 42. Io pensavo di farmi la seconda maratona in una settimana, ma. Ma nel proporre e nel pianificare avevo scordato che domenica 10 luglio era giorno ad altri svaghi già dedicato. Svaghi piacevolissimi, per di più, che nulla hanno da invidiare alla corsa. In visita a Rovereto arriva da Londra Cristina, cugina di Chiara (ma da tempo rivendico il titolo parentale anche per me) e con lei ci divertiamo sempre un sacco. Chiacchieriamo perfino di passioni e ossessioni!
Ecco che sul luogo di lavoro annuncio la mia assenza in Val di Ledro.
Ecco che guadagno a buon diritto il titolo di "pataccaro". Ma, come si vedrà, il diritto può pure essere sovvertito.
Chiacchieriamo allegramente, Cristina Chiara ed io, nell'afoso sabato roveretano e butto lì: perché non andare alla marcia con passeggino? Tutti mi raccontano della bellezza della Val di Ledro. L'aereo che riporta cugina a Londra permette la trasferta, basta solo che io accorci un po' e al posto di 42 muova le gambe per 26 km. Mateja suona la sveglia di buon'ora, e si parte. Il pataccaro avvisa amici e colleghi partiti da Trento: c'è anche lui! Il pataccaro perde il titolo, il diritto che glielo aveva attribuito non è più buono.
Cristina, Chiara e Mateja si fanno 4km, chi spingendo e chi poltrendo in passeggino. Io parto dopo che gli amici trentini o lavoranti tali sono già andati da un po', e prendo la mia strada. Il percorso è impegnativo: si sale spesso con strappi ripidi e poi è molto, molto asfaltato. Non me l'aspettavo e ho indossato le scarpe trail, che qui proprio non vanno: i piedi bruciano. Fa per di più molto caldo, e i 26km sono in realtà 27 dichiarati e forse anche qualcosa in più. Il dislivello si fa sentire (non ho mezzi per dire quanto sia stato). Ma è soprattutto l'asfalto a mettermi in difficoltà: ho fatto un breve conto mentale e mi sono reso conto che da tre settimane non lo calpesto, se non per brevi tratti di raccordo. Fortuna che ho la borraccia a mano, perché i ristori lungo il percorso non basterebbero ad estinguere la sete che mi accompagna metro dopo metro. 
Il giro attorno al Lago di Ledro è molto bello: posto interessante, mi ci tufferò in qualche prossimo fine settimana spero. Ci sono alcuni tratti nel bosco, dove naturalmente me la godo molto di più che altrove: anche stretti sentierini tutto sommato non semplicissimi, in discesa e in salita. Salendone uno, in particolare, mi si propone una vista stupenda del Lago, molto più in basso di me, incassato tra i monti e con l'acqua di un verde che profuma di pulito. Speriamo sia vero. Mi fermo e me la godo. Anche il profumo del bosco di montagna, che ormai ho interiorizzato dalle vacanze bambine nelle Alpi Giulie lascia oggi il suo ricordo. Peccato davvero che questi pezzi di bosco e sentiero siano troppo rari. Almeno per il mio gusto. Dopo aver corso quasi sempre anche in salita, dopo 20km mi calmo un po' e qualche tratto me lo regalo al passo, anche perché il piedino asfaltato urla (temo a guardarlo, ma la vescica che incombe si rivelerà poi accettabile). Gli ultimi km sono salvati da una fontanella: molto caldo, che il bitume restituisce in alto con gli interessi. A poche centinaia di metri dall'arrivo, sms di Chiara: in un modo o nell'altro tutti gli amigos hanno sbagliato strada e hanno dovuto accorciare i previsti 27km. Alla fine, il pataccaro sarà l'unico a completare il giro giusto, eh eh eh...
Raggiungo la congrega per la pastasciutta in compagnia. L'organizzazione ha pure predisposto una spartana doccia gelida, cosa magnifica in questo clima. Bella mattinata davvero. Ora sono a casa: Mateja saltella nel lettino, Chiara e Cristina sono sulla strada per l'aeroporto. Tutti gli altri, grandi e piccini, li abbiamo salutati, ancora in valle a godersi la giornata. Ma è tempo di sollevare la saltellante, toglierla dal lettino e dare libero spazio a quello che nel mio dialetto si definisce "gatagnau". Vamos a gattonare, Matj!

mercoledì 6 luglio 2011

Marcia dei Forti (Folgaria - TN)

Con qualche giorno di ritardo, ecco le mie impressioni su di un'ulteriore non-competitiva in odore di trail corsa nella mia nuova provincia.
Già la conoscevo, la Marcia dei Forti, visto che un paio di anni fa avevo partecipato alla 30 km, dove anche avevo conosciuto più di un simpatico trailer.
Quest'anno è tempo di 42km. Sono allenato non male e la distanza non mi pare un grosso problema. A proposito di km, però, devo dire che ho sentito da più parti sostenere che ci sia in realtà qualche km in meno (chi dice 40, chi 38). Boh. Io parto senza orologio e GPS, quindi non saprei. Dislivello: anche qui varie indicazioni. Opto per una che mi pare realistica: 1500/1600 D+.
Fine dei dati tecnici.
Nonni in casa = si corre in due. Chiara sceglie i 20 assieme a Livia, io invece corro con Alessio. Entrambi compagni di tante cose, ivi comprese le corse.
Partenza in centro a Folgaria, qualche km di asfalto prima in leggera discesa, poi in leggera salita, ecco però che si svolta e si sale su sentiero. Non fa caldino, in mezzo al bosco, ma fin dall'inizio ci si gode il paesaggio e il percorso. Al solito, organizzazione e volontari ai ristori sono di una gentilezza esemplare: grazie!
Per Alessio questa lunga è un po' improvvisata: pensava a fare la metà, ma poi si è fatto ingolosire, come si suol dire. Ma siccome si tratta di atleta insigne, nonostante il non esemplare allenamento, la concluderà egregiamente.
Torniamo a noi. Dopo il primo ristoro salutiamo le gentilissime consortrailer e andiamo di buon passo. Il tragitto all'inizio è molto più sali che scendi. La deviazione dei 42 ci porta fino alla cima di Monte Maggio (1850) salendo su di un sentiero molto bello, esposto ma non troppo, panoramico al meglio. Naturalmente, visto il nome della marcia, si vedono dei forti della Prima guerra mondiale. E penso alla fatica, al bello che povera gente vedeva senza poterlo guardare.
Gù da Monte Maggio è tutto molto nervoso, discese brevi ma intense e continue risalite. Le sensazioni per me sono davvero buone: corro con facilità e cammino anche con facilità :-))
Passiamo in mezzo alle mucche in malga.
Passiamo in mezzo alle pecore al pascolo.
Passiamo in mezzo ai cavalli a passeggio. Quello con i cavalli è un incontro particolare: si mescolano ai marciatori, addirittura al passo in fila sul sentiero. Poi qualcuno di loro trotta, e quelli dietro a me accelerano: lascio strada e ne invidio l'accelerazione. Bello spettacolo.
Corriamo su sentieri molto comodi, larghi e divertenti. Nulla di troppo tecnico ad affaticare la concentrazione, ci si gode la strada. Montagne tutto intorno, vette dopo vette. Forse qualche intervento di troppo per gli impianti di risalita, peccato.
Dopo cinque ore e spiccioli di allegria eccoci al traguardo.
Peccato per la sorpresina finale: qualche infame ha aperto la macchina per portare via le poche cose che vi avevamo lasciato. Pensavo quasi di non scriverlo neppure, per non offuscare il racconto di una giornata stupenda, salutata per di più da un sole simpatico, mai troppo caldo, ma utile a rendere ogni vista limpida al massimo. Però chi legge qui corre, e allora magari ricordare che le nostre macchine non sono un luogo sicuro potrebbe servire a qualcuno.
Ma non posso certo finire così...
Concludo allora mettendo in parole il pensiero di quanto sia divertente andare per 42km o quel che sono chiacchierando e guardandosi in giro, senza orologi né riferimenti, solo il gusto di percorrere una strada. Non voglio certo dire che non sia bello, per quei 42 km, spingere al massimo delle proprie possibilità ed inseguire una lancetta del cronometro, così da farla fermare il prima possibile. Voglio solo dire che senza quella lancetta io me la godo.

sabato 2 luglio 2011

Nuovo compare di corsa: il portaborraccia a mano

La prima volta che ho visto un portaborraccia a mano, come immagino sia per molti di noi, era in una foto scattata a qualche ultratrailer americano.
Mi ha incuriosito parecchio, ho chiesto informazioni in giro e ho avviato le ricerche durante le mie visite ai negozi "running" e "outdoor", che sono naturalmente i miei preferiti.
Poche informazioni, ancor meno prodotti. Sembra che questo tipo di aggeggio non vada affatto per la maggiore, qui nel Belpaese. Ci ho provato in occasione dell'ultima visita austriaca ed... eureka! Quando ormai credevo di doverlo comprare su internet, ecco il mio nuovo portaborraccia a mano: 


Dopo più di un mese di costante utilizzo, non posso che confermare l'impressione avuta al primissimo impatto: ottimo!
Premetto che in estate non esco praticamente mai senza acqua, neppure per le corse brevi. Anche perché non si sa mai che ti venga la voglia di allungare...
La presa è comoda e davvero non serve stringere.
Di solito alterno: un po' a dx, un po' a sx; ma appena trovo il gemello proverò anche a correre usandone due.
Capienza abbondante: 750 ml.
Chiusura ermetica: non scivola mai una goccia.
Il taschino in dotazione è più che sufficiente a contenere telefonino e chiavi. Ci starebbero al loro posto anche gel o tavolette, insomma: qualsiasi cosa piccolina utile per l'uscita.
Peccato solo sia incompatibile con i bastoncini.