lunedì 29 marzo 2010

Ricominciamo...

come urla il buon vecchio Adriano Pappalardo. Dopo una settimana di riposo, della quale sentivo fortemente il bisogno, domenica mattina ho calzato le nuove scarpe Kalenji da strada/misto e sono ripartito. La compagnia è quella giusta e sempre più consolidata: siamo partiti, Chiara ed io, per raggiungere in visita i compari di trail parigino Livia e Alessio e assieme a loro abbiamo salutato al trotto l'arrivo della primavera. 10 km in tutta tranquillità nella campagna bresciana, baciati dal solleone e dai primi caldi, tutti e quattro orgogliosamente bardati con la maglia di finisher, chi dell'Ecotrail, chi della Twin Santé.
Nel pomeriggio poi, calendari in mano e connessione internauta attiva, Alessio ed io abbiamo cercato di fissare un appuntamento estivo: pensavamo ad un trail tra i 50 e i 60 in riva al mare, meglio se in notturna. La risposta alle nostre domande si trova in Bretagna, ma purtroppo non siamo riusciti a trovare una data comune. Ma il trail è sempre lì, non scappa e prima o poi lo si raggiunge. 

sabato 27 marzo 2010

Treno di notte

Finisce in gloria la settimana parigina. Venerdì è il giorno più significativo per il mio lavoro in Francia. Un piacevole e fruttuoso colloquio ed una conferenza (ascoltata) all'École des hautes études en sciences sociales, che per noi storici ha il fascino dell'Ultra Trail du Mont Blanc per noi trailer. Un saluto poi agli impareggiabili amici ospitanti ed è ora di andare a Paris-Bercy per prendere il treno che mi porterà a Verona. Contrariamente a quanto accaduto all'andata, quando fummo travolti da una marea vociante di sguaiati studenti italici, la scolaresca che occupa il mio vagone è assai educata e la notte promette bene. Non mi curo della strada, tanto è il treno a doverla fare, e dormicchio come si può dormire nella mescolanza della cuccetta. Ho come la sensazione però che il treno non si muova, e infatti non si muove: stiamo fermi tre ore per motivi ignoti (e nessuno mai si preoccuperà di renderli noti) appena passata la frontiera italiana - Benvenuti! Poi stop ancora un'oretta a Milano. Sto prendendo questi appunti dopo aver passato Brescia, mentre con un ritardo epico vengo trainato lemme lemme verso casa. Sono ben convinto che ci sia un complotto ai massimi livelli per costringermi a lasciare il Bel Paese. Ma domani si vota, e tutto cambierà! Vero?

mercoledì 24 marzo 2010

Paris sans trail

Sono ancora qui, in questa magica città, ora senza trail ma pienamente
immerso nel mio mestiere di storico. Anche Chiara è rimasta qui un
paio di giorni, fortuna che facciamo lo stesso lavoro, anche se in
ambiti differenti, e le biblioteche sono pane quotidiano per entrambi.
Abbiamo goduto e io ancora sto godendo dell'ospitalità di cari amici
parigini, oltre che ottima compagnia pure ottimi insegnanti di
francese. Come scritto, prendo una settimana di vacanza da trail e
corse: le mie giornate si consumano intense tra studio e scrittura,
letture, seminari e discussioni. Qualche bella passeggiata non ce la
siamo fatta mancare, ora che Chiara è tornata a Verona invece sono
concentrato sul lavoro. Come sto bene qui, quante cose da vedere,
quante ci sarebbero da fare. Annuso le opportunità e mi immagino come
sarebbe fare lo storico quassù. Non è passato tanto tempo dalla mia
prima volta qui, ma ci sono tornato così di frequente che mi sento a
casa. Ecco, appunto, come sarebbe bello se casa fosse davvero! Mai
dire mai. Io ci voglio provare. E poi, avrei anche trovato il posto
dove andare a vivere. Chiara è molto più che d'accordo. Lasciateci
sognare! # end
Claudio

martedì 23 marzo 2010

Paris Trail

Già il momento della partenza dimostra tutto il "trail" che oggi ci
aspetta: pioggia tutta la notte e pioggerellina anche ora, ma non ci
sono tendoni sotto i quali cambiarsi. Tutto avviene "en plain air".
Ultime preparazioni, il tempo corre veloce e l'ora di partenza arriva
presto. Siamo in ordine: Alessio ed io ci accodiamo in fondo alla
fila, vista reggia di Versailles e siamo pronti. Atmosfera festante,
lo speaker ci avvisa che per questa 50 km siamo più di milleduecento.
Sono dunque inevitabili gli imbottigliamenti. Via dai giardini di
Versailles, si entra in parco e ci aspetta il bosco. Il tempo è
sorprendentemente clemente: le previsioni catastrofiche non vengono
rispettate e fa perfino caldo. Siamo ben equipaggiati e si va, spesso
in fila. Il primo dei due rifornimenti è previsto a metà gara. Dopo
poco più di mezz'ora sfilo i bastoncini dallo zaino e comincio a
spingere anche con le braccia, lo farò fino alla fine. Ci chiedevamo
come si facesse a trovare mille metri di dislivello nei dintorni di
Parigi: si trovano eccome! Il percorso è un continuo saliscendi, in
panorami che rimandano alla montagna, per lo più brevi e ripidi. Il
ritmo è dato più dai restringimenti che dalle scelte personali: al
passo in salita, al piccolo trotto in discesa. L'atmosfera è davvero
bella: ad ogni attraversamento urbano c'è qualcuno che ti incita,
spesso scandendo il tuo nome che legge sul pettorale (Allez, Claudiò,
bon courage). Tra un parco e l'altro, tutti i volontari sono
gentilissimi: sempre una parola di incoraggiamento, sono molto chiari
nelle indicazioni. Arriviamo così, Alessio ed io sempre uniti nel
ritmo, al rifornimento dei 25km. L'offerta è molto ricca, io bevo the
caldo e mangio un brodo salato che mi dà immediato conforto. Riempiamo
i camel, ci si stiracchia un poco e dopo venti minuti di pausa si
parte per la seconda metà dell'avventura.
Continua il saliscendi e alla fine di una ripida discesa, Alessio è
avanti di qualche metro, sento improvvisamente indurirsi la coscia
sinistra. Mi fermo un attimo a sciogliere, evito movimenti inconsulti,
cammino un poco e riprendo a correre a ritmo più blando. La reazione
istintiva è: bene, se arrivano i crampi li gestirò. Alessio si
accorge di non avermi più alle spalle e si mette a camminare in
attesa. Lo raggiungo e lui subito decide di proseguire assieme, al mio
ritmo. Andiamo tranquilli, in salita al passo come anche nelle discese
più ripide. Sul piano riesco a correre abbastanza bene, se le gambe
cederanno vedremo. Se. E non cedono. Arriviamo così al secondo e
ultimo ristoro, dopo aver attraversato quasi per intero lo stupendo
parco Saint-Cloud. E il ristoro è piazzato su di un cucuzzolo che è
proprio un Belvedere. Sotto di noi ecco, in tutto il suo splendore, la
divina Paris con le sue torri, architetture antiche e modernissime, la
Senna. Uscire da un parco simile per godere di una vista del genere ti
scioglie ogni muscolo. La seconda sosta è più breve, purtroppo manca
la pastina in brodo. Il vantaggio di correre in due è impagabile:
chiacchieriamo molto e di varie cose (il fiato è davvero ok), così
pensieri e timori di crampi stanno lontani. Dopo la ripartenza mancano
ancora una decina di km, quasi tutti sul lungosenna. Bevo molto e
mangio del grana, andiamo avanti, io molto per forza di inerzia,
appoggiandomi molto ai bastoncini. Siamo preparati psicologicamente:
sappiamo che la torre si vede ma non si raggiunge, che ci sono ponti e
gradini. E poi sempre, dall'inizio alla fine, c'è sempre qualcuno che
corre vicino a noi. In città il sostegno dei volontari è, se
possibile, ancora più caldo. Siamo alla fine, uno di loro ci incita
dicendo "È terminata, avete fatto una gran cosa". Ci penso un attimo e
mi dico che ha ragione. La Tour Eiffel ora è proprio vicina e sotto
l'arco di arrivo si sbracciano entusiaste le mogliettine... Anche loro
oggi hanno dato, correndo i 18 km della Twin Santé. Eccoci, sono
passate sei ore e venti dal via. È andata, che soddisfazione e grazie
ad Alessio che ha fatto compagnia a me ed alle mie cosce lattiche.

lunedì 22 marzo 2010

Paris 50 km - Anteprima

Andata! Che bellezza.
Ora sono in veloce seduta internet in biblioteca, appena trovo un po`di tempo vado col post. Evviva.

Ho faticato, ho avuto i crampi (o meglio un loro principio), ho beneficiato dell`aiuto e sostegno dell`amico Alessio, ho goduto di un percorso fantastico e mi sono divertito da matti. Scrivo con calma il racconto.

mercoledì 17 marzo 2010

Zaino in spalla

Ci siamo: domani sera si parte per Parigi, con treno notturno. Siamo
in quattro: mariti iscritti ai 50 km del Trail de Paris, mogli
iscritte alla non competitiva di contorno (e sono pur sempre 18 km).
È tempo di bagagli, con la giusta attenzione a non dimenticare nulla,
tanto più che la mia sosta parigina si prolungherà un po': ho
attaccato al Trail qualche giornata di lavoro oltralpe. Marzo
pazzerello, bisogna essere pronti per qualsiasi clima. Negli ultimi
tempi ho cercato di abituare le spalle al nuovo zaino, un Quechua al
quale dedicherò un post dopo la verifica parigina. Il camel infatti
non basta: ci sono cose da equipaggiamento obbligatorio e c'è la
necessità di non farsi sorprendere dai possibili sbalzi di
temperatura, portandosi appresso qualcosa di caldo. Ho deciso di usare
i bastoncini (ci sono 1000m di dislivello e sono curioso di capire
come li abbiano disegnati), non so ancora cosa mettere nella sacca
bevande, ma credo all'inizio coca annacquata, ai ristori poi
scioglierò sali nell'acqua. Da mangiare barrette, ovomaltina e grana.
Non vedo l'ora di partire... Paris: j'arrive!

domenica 14 marzo 2010

Settimana biforcuta

Nel linguaggio, noto a molti, di Tex Willer la lingua biforcuta era quella di chi mentiva: le parole dicevano una cosa, fatti e pensieri un'altra. Non c'entra nulla con quel che voglio raccontare, ma l'immagine mi piace.
La settimana lavorativa è stata pessima. Non capiamo bene quel che sta succedendo, noi ricercatori precari, né possiamo prevedere quel che sarà. I timori però che i nostri contratti non saranno rinnovati sono talmente vivi che, almeno a me, si presentano mascherati anche di notte durante il sonno. Siamo sballottati: cosa dobbiamo fare? Prima questo, poi quello, poi quell'altro. E la nostra ricerca? Sospendetela, riprendetela, modificatela, tenetela com'è. Ce ne sarebbe abbastanza per uscirne se non pazzi, quantomeno spaesati.
Ma c'è altro.
La settimana domestica e del tempo libero è stata davvero bella. Sono stato molto tempo con Chiara, abbiamo fatto cose per la nostra casa e il nostro futuro. Abbiamo goduto della compagnia di buoni amici. Ho diversificato molto il mio allenamento (oramai il benessere fisico è talmente collegato al benessere tutto, che non riesco a fare a meno dei miei tempi di attività). Ho pedalato, ho corso piano piano con Chiara e la sua pancia (che comincia a farsi parecchio vedere), ho corso un po' più veloce da solo, ho passeggiato zaino in spalla sulle colline ancora assieme a Chiara. E dopo la passeggiata, fatta stamattina, un bel mangiare a bocconcini nella nostra osteria preferita.

giovedì 11 marzo 2010

Proiezioni

Dopo la mia ultima corsa goriziana su asfalto, mi sono divertito a
giocare in Internet per calcolare il passo al km e per verificare le
mie teoriche possibilità cronometriche sulla maratona, che un giorno
magari rifarò. Ci sono dei programmini fatti apposta per questi
giochi. Già lo scorso anno, prima dei 42.195 di Vienna avevo dato
un'occhiata e mi era stato detto che potevo ambire a scendere
agevolmente sotto le 4 ore. Non ci avevo creduto, avevo impostato una
gara sul ritmo da 4.15/4.20, vanificato negli ultimissimi km dai
crampi. Ora, dopo undici mesi i miei tempi sono cambiati: ho usato il
giochino inserendo i riferimenti di 10 km e mezzamaratona e il
risultato dice che potrei finire una maratona in 3.32/3.36. Un'ora in
meno di quanto fatto in passato? Mi pare esagerato, ma davvero questi
programmi hanno qualche credibilità?

martedì 9 marzo 2010

Maratonina di Gorizia / Il dopo gara

Dopo il fine settimana in riva all'Isonzo, sono rientrato all'Adige
accompagnato da pensieri e sensazioni, spesso ispirati dalla corsa.
Seduto su di un treno che non parte senza che nessuno ci dica il
perché, disgustato dalle vicende elettorali mi manca la voglia pure di
leggere un giornale, in viaggio verso un lavoro che malamente zoppica
rischiando di trascinarti giù con sè, vivo con una certa fatica il
ritorno alla routine.
Ma che bello, domenica, durante e dopo la maratonina, andarmene a
zonzo per quel confine un tempo tanto chiuso da essere sponsor di
ostilità diffuse. Tagliato il traguardo con la soddisfazione di cui
già ho scritto, abbiamo tagliato anche la frontiera, Chiara ed io
assieme all'amico Paolo, per mangiare comodi e ai sazietà nella
gostilna (trattoria) preferita. Un pomeriggio conviviale, sereno e
sorridente; poi una serata ancora godereccia in compagnia del Migliore
Amico fin dai tempi della prima elementare. Indubbiamente sono soffi
di nostalgia, ma ora il treno è partito, c'è l'Adige da risalire,
Trento da raggiungere e avanti. Stasera poi una bella pedalata, ché i
quadricipiti chiedono ancora di smaltire un poco le fatiche
dell'asfalto.

domenica 7 marzo 2010

Maratonina di Gorizia / La gara

Alla conclusione di un fine settimana al paesello d'origine, seduto comodamente sulla poltrona con le gambe doloranti il giusto, sono ben contento di essere riuscito a correre la mezza maratona di Gorizia.
Tra i buoni propositi 2010 di corsa segnalo: dedicarmi al trail, lasciar perdere le maratone su strada, fare qualche mezza in più. Per ora, tutto sta seguendo i pensieri.

Stamattina faceva parecchio freddo, macchina ricoperta di ghiaccio. Partiamo, Chiara ed io (per lei oggi niente mezza, ma nella non competitiva la mogliettina c'è), dal paesello verso Gorizia quando il termometro segna 1°. Oggi mi sono dato un obiettivo cronometrico, cosa che non faccio quasi mai: nei trail non ha senso e quando mi capita di correre su strada raramente lo faccio da solo al mio ritmo. Volevo battere il personale in mezza maratona, ovvero 1h47'08'' (Verona 2009).

La maratonina di Gorizia è una corsa inseguita già un anno orsono, ma non avevo potuto esserci. Due sono le cose che più mi attraggono: andare sulle strade nelle quali sono cresciuto; sconfinare allegramente in Slovenia, passando un confine che quando ero bambino certo non era così aperto. Ed era, soprattutto, una frontiera culturale esageratamente marcata. È davvero una conquista che non sia più così.

Il percorso è bello, panoramico, ma non facile: molte curve e significativi saliscendi. Io parto con ottime sensazioni, fa freddo ma con il passare di tempo e km un po' di sole arriva. Primi km troppo veloci, ma le accelerazioni che faccio sono utili a togliermi dagli imbuti tipici di ogni partenza. Il ritmo che tengo, proiettato sui 21 km, è superiore alle mie possibilità; me ne rendo contro presto. Ai 10 km sono addirittura 3 minuti sotto la proiezione di quello che credo essere il mio massimo (1h45', ovvero 5' al km più 0,097 metri d'avanzo). È un buon momento per rallentare. Ai rifornimenti non bevo al volo, non riesco a mandare giù le bevande. Allora mi fermo e tracanno tranquillo. Mi attesto ai 5' al km, qualche volta un po' di più, qualche volta un po' di meno. Sono stanco, sensazioni contrastanti, a momenti mi sento in gran forma, a momenti assai affaticato. Dopo il 15° vengo superato da vari corridori, ma il cronometro dice che non sono io ad aver rallentato: semplicemente c'è gente che riesce ad accelerare negli ultimi 5, mentre io invece rimango costante. Gli ultimi 3 km sono i più difficili: per mantenere il mio ritmo devo forzare, ma alla fine si arriva e, per me, il tempo di 1h42'03'' è una sorta di grande conquista. Taglio il traguardo salutato dalla dedica personalizzata dello speaker Cesare, vecchio amico e compagno di squadra (basket), maratoneta eccellente e oggi organizzatore e narratore di gare. Stanco ma contento, racconto con grande soddisfazione l'ultima prova impegnativa prima della 50km di Parigi. Evviva.

martedì 2 marzo 2010

Livello del mare

Dopo la parentesi alpina, eccoci di nuovo a casa. Sarei rimasto ben volentieri ancora un po' di tempo a godermi l'aria fresca delle Dolomiti, magari approfittando del tempo libero per imparare a muovermi in maniera meno empirica con gli sci da fondo ai piedi. Ma ben spero che ci saranno altre occasioni. Reimmersi nella routine del lavoro, spero di fare in tempo stasera a correre un corto veloce attorno a casa.
Per il prossimo fine settimana, speravo di riuscire sabato a partecipare ad una corsa organizzata da due amici di Spiritotrail, il TA TicciEmme, ma non ce la farò. Probabile invece che prenda il via alla mezza maratona di Gorizia. Asfalto non proprio amato, ma mi piace il percorso transfrontaliero tra Italia e Slovenia.